I modelli mentali: cosa sono e perché è fondamentale conoscerli
I modelli mentali sono delle rappresentazioni mentali che il nostro cervello crea sulla base delle nostre esperienze passate, delle conoscenze accumulate e delle convinzioni personali. Questi schemi interiori guidano le nostre aspettative e il nostro comportamento quando interagiamo con un sistema o un servizio.
Ad esempio, quando visitiamo un sito e-commerce, ci aspettiamo di trovare una barra di ricerca in alto, un carrello visibile nell’angolo destro e categorie di prodotti ben organizzate. Queste aspettative non nascono per caso, ma derivano da esperienze precedenti e da standard ormai consolidati.
Modelli mentali e UX Design
I/le designer spesso mirano a creare esperienze uniche e innovative, basandosi sui loro modelli mentali sviluppati nel corso degli anni attraverso la progettazione di diverse interfacce e il confronto con altri professionisti del settore. Tuttavia, quando i modelli mentali dei/delle designer non corrispondono a quelli degli/delle utenti, possono emergere significative problematiche di usabilità.
Un esempio emblematico di questo disallineamento è il re-design di Snapchat del 2017-2018. La nuova interfaccia dell’applicazione non rispettava i modelli mentali consolidati dagli utenti, generando confusione e insoddisfazione. Di fronte a tali reazioni, Snapchat è stata costretta a reintrodurre le funzionalità precedenti, dopo che un milione di persone aveva firmato una petizione e circa 3 milioni di utenti avevano abbandonato la piattaforma.
Individuare i modelli mentali più comuni
Sebbene i modelli mentali non siano universali e siano influenzati da fattori come le preferenze ed esperienze personali, la cultura e il contesto sociale, è possibile identificare quelli più comuni tra gli utenti di riferimento.
Ecco come:
- Coinvolgere gli utenti reali nei processi di ricerca: interviste, sondaggi e osservazioni sul campo possono rivelare come gli utenti si aspettano che un prodotto o servizio funzioni. Raccogliere un feedback diretto è inoltre fondamentale per comprendere i loro bisogni e le loro preferenze.
- Condurre test di usabilità: analizzare come gli utenti interagiscono con prototipi o versioni preliminari del prodotto consente di individuare eventuali discrepanze tra il design e i modelli mentali degli utenti.
- Considerare le differenze culturali e demografiche: i modelli mentali possono variare in modo significativo in base alla provenienza geografica, all’età, al livello di istruzione e all’esperienza digitale delle persone.
- Studiare i trend del settore: osservare come sono stati progettati altri prodotti simili aiuta a comprendere le aspettative già consolidate negli utenti.
- Iterare il design in base ai risultati: il processo di progettazione deve essere ciclico, con modifiche e miglioramenti sempre basati sui risultati delle ricerche e dei test condotti.
In questo modo, i/le designer possono sviluppare prodotti che rispecchiano i modelli mentali degli utenti, favorendo esperienze d’uso più fluide e soddisfacenti.
Per concludere
I modelli mentali ci consentono di risparmiare energie cognitive, poiché non è necessario imparare il funzionamento di ogni nuova interfaccia con cui interagiamo.
Quando un design si allinea alle nostre aspettative, l’esperienza diventa più intuitiva e piacevole. Al contrario, quando le nostre aspettative vengono disattese, possiamo provare confusione e frustrazione, come evidenziato nel caso del re-design di Snapchat del 2017, che ha avuto conseguenze negative significative.
Conoscere e rispettare i modelli mentali degli utenti non implica rinunciare all’innovazione, ma piuttosto trovare un equilibrio tra innovazione e familiarità.
Chiara Diana
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