5 errori da evitare nella progettazione dell’esperienza utente. Guida dedicata a Manager e CEO
Conosciamo tutti il valore dell’User Experience applicata a qualsiasi interfaccia (un sito web, un’applicazione o un software) e quali sono le regole di base per una corretta progettazione dell’esperienza utente, ma siamo sicuri di non commettere passi falsi?
In questo articolo tratteremo degli errori da evitare, e delle relative conseguenze, che impediscono lo sviluppo di una corretta esperienza utente.
Come ha notato Page Laubheimer, Senior User Experience Specialist di Nielsen Norman Group, ci sono in realtà due diversi tipi di errori:
- Slips (slittamenti) che si verificano quando gli utenti intendono eseguire un’azione ma ne fanno un’altra (ad esempio, quando compilano un modulo con il pilota automatico
- Mistakes (errori) si verificano quando c’è una discrepanza tra il modello mentale di un utente e il sistema.
Le nostre interfacce devono supportare entrambi i tipi di errori, e i primi sono in genere molto più facili da risolvere.
Per gli slips, possiamo includere vincoli utili (ad es. una larghezza ragionevole di una casella di testo, prefissi e suffissi), fornire suggerimenti per il recupero (ad es. completamento automatico), scegliere impostazioni predefinite ragionevoli e utilizzare una formattazione indulgente.
Per evitare mistakes, dobbiamo confermare le azioni distruttive (quando gli utenti tornano alla pagina precedente), impostare anticipatamente le aspettative (requisiti della password o dimensioni del file), consentire agli utenti di cambiare idea (cambiare l’e-mail o il metodo di pagamento) e in generale, fornire sempre una via d’uscita.
Di seguito un elenco degli errori più comuni nella progettazione della UX.
1. Assenza di ricerca sugli utenti.
Un errore comune nella progettazione dell’esperienza utente è presumere che tutti gli utenti pensino e si comportino allo stesso modo. Ciò può portare a progetti ottimizzati solo per un determinato tipo di utente e può escludere o frustrarne altri.
Non investire nelle ricerche qualitative o quantitative, sugli utenti-tipo che andranno ad utilizzare quella determinata piattaforma è estremamente sbagliato. Chi incorre in questa tipologia di errore è, di solito, tratto in inganno dal meccanismo del falso consenso, ovvero sovrastima il proprio parere, come se questo corrispondesse alle esigenze e ai bisogni del suo utente-tipo.
I progettisti devono considerare la diversità dei loro utenti e personalizzare il design per soddisfare le loro diverse esigenze.
Senza una comprensione profonda delle aspettative ed esigenze del tuo pubblico di destinazione rischierai di progettare un prodotto perfettamente funzionante ma che la gente non ama.
2. Mancanza di organizzazione dei contenuti.
Una scarsa struttura organizzativa delle informazioni può comportare un disordine dell’interfaccia e una conseguente confusione dell’utente, il quale, nel peggiore dei casi, abbandonerà la piattaforma o l’applicazione non riuscendo a completare l’azione per la quale la utilizzava.
Una delle cause principali della poca mal organizzazione dell’interfaccia è il sovraccarico di informazioni. L’introduzione di moltissime informazioni, icone, label e quant’altro, genera caos e distoglie l’attenzione dell’utente dal contenuto e dall’azione intrapresa.
Maggiore è il carico di informazioni immesse in una schermata, maggiore è la percentuale di errore da parte dell’utente, o almeno, questo impiegherà più tempo e attenzione per individuare il comando o l’informazione che sta cercando.
L’ideale sarebbe, dunque, offrire all’utente soltanto ciò che si aspetta: pochi comandi chiari o informazioni che gli permettano di accedere alle funzioni per cui utilizza il vostro prodotto.
È utile quindi focalizzarsi sulla semplicità: un’interfaccia pulita, intuitiva e una struttura di navigazione chiara.
3. Creatività per icone e pulsanti.
I designer spesso si concentrano troppo sull’estetica, sebbene essa sia importante, i progettisti devono anche concentrarsi su usabilità, funzionalità e accessibilità. In questo caso particolare, l’innovazione e la diversificazione nel design di progettazione di icone o pulsati non paga, anzi maggiore è la creatività del designer maggiore sarà la difficoltà dell’utente nell’individuare questi elementi.
È più produttivo utilizzare icone standard facilmente riconoscibili per l’utente (come quelle del cestino, carrello o la wishlist) e, se possibile, inserirli nella porzione di schermo in cui è abituato a vederli.
Parlando di posizionamento delle icone un altro errore da evitare è la prossimità di icone opposte: la presenza di icone riferibili a comandi opposti (es. Salva, Elimina), poste a distanza ravvicinata può facilmente generare falle nei processi di utilizzo dell’utente, dovute anche a semplici errori nell’atto di cliccare il comando. Si tratta di una scelta molto comune, ma l’eliminazione di questa problematica può evitare errori e frustrazioni da parte degli utenti.
Nello specifico per le applicazioni, uno degli errori più dannosi è quello di inserire icone senza etichette; un errore comune degli UX designer, è quello di considerare universalmente riconosciute le icone presenti nella propria App.
4. Supporre che l’utente sappia cosa fare.
Mentre i designer possono avere familiarità con il prodotto o il design, l’utente potrebbe non esserlo. Fornire istruzioni e indicazioni chiare può aiutare gli utenti a navigare nel progetto e completare le loro attività in modo efficiente. Non dobbiamo presumere che l’utente sappia cosa fare e come muoversi all’interno del nostro prodotto. È utile non dare per scontato nemmeno le informazioni di base così da permettere a tutti di godere di una buona esperienza utente.
5. Messaggi di errore sbagliati.
È fondamentale prevedere che qualcosa possa andare male, quindi, è necessario predisporre dei messaggi di errore che possano aiutare gli utenti nel caso in cui si verifichi un problema di navigazione.
I messaggi di errore errati o non chiari costituiscono un ulteriore disagio per l’utente, talvolta confuso con informazioni non pertinenti.
Per realizzare messaggi di errore che siano di aiuto ai tuoi utenti, puoi seguire alcuni semplici consigli:
- Scegliere il momento giusto in cui informare l’utente dell’errore: la scelta del tempo può far la differenza tra un messaggio di errore che aiuta l’utente, rispetto ad un altro che lo confonde. (es. segnalare subito gli errori commessi nei campi di convalida di un form)
- Scegliere il posto giusto: il consiglio è quello di inserire il messaggio di errore in prossimità e nel contesto d’azione da cui l’errore deriva. (per un errore in un form, ad esempio inseriscilo accanto al modulo stesso)
- La scelta del colore: è molto efficace l’utilizzo del rosso per gli errori, del giallo per indicare un pericolo e del verde per indicare l’esito positivo dell’operazione.
- Chiarezza del messaggio: bisogna essere chiari nel comunicare all’utente cosa non è andato per il giusto verso, cosa ha sbagliato. Dove possibile, sarebbe opportuno spiegare anche il tipo di errore commesso, in modo che il messaggio di errore diventi un suggerimento, facilitandone la correzione.
In linea di massima quindi è bene evitare che i nostri messaggi di errore siano poco elaborati, vaghi, senza una via di uscita per l’utilizzatore.
Può essere utile inserire icone e stati d’animo all’interno di questi messaggi: illustrazioni e simboli rendono infatti immediatamente chiaro il contenuto delle schermate.
Infine, Vitaly Friedman, autore del noto sito smashing magazine, suggerisce di definire KPI di progettazione incentrati sugli errori e monitorarli nel tempo, misurando il numero medio di errori in un percorso dell’utente, il tempo di ripristino dell’errore, i tassi di completamento e i tempi di completamento.
Sì nel titolo dell’articolo avevamo dichiarato di trattare solo i cinque errori più comuni ma non possiamo non citare quest’ultimo di rilevante importanza:
6. Chiedere feedback al primo utilizzo.
Ottenere un riscontro dal proprio pubblico di destinazione è sicuramente un momento di grande importanza, in quanto ci indica l’impressione degli utenti dopo aver utilizzato il nostro prodotto e ci permette di continuare a migliorarlo.
Ma non facciamoci trarre in inganno dalla fretta. Stimolare la produzione di feedback ad utenti che hanno utilizzato per la prima volta il nostro prodotto oppure richiedere le valutazioni troppo frequentemente è controproduttivo.
Ricevere una valutazione razionale, maturata dopo diverse esperienze di utilizzo, è molto più utile rispetto ad una frettolosa valutazione, prodotta a seguito di richieste persistenti.
L’ideale sarebbe lasciare che l’utente utilizzi più volte il nostro prodotto, in modo da superare i primi problemi di comprensione e, solo successivamente, stimolare la produzione di un feedback.
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